Tecnica e materiali

Come volano i droni

Un multicottero. Immagine: CanStockPhoto

Ci sono due tipi di droni. Quelli che assomigliano a degli aerei e quelli che assomigliano un po' a degli elicotteri.

I droni più grandi hanno l’aspetto di aerei senza cabina di pilotaggio. E atterrano e decollano con le stesse modalità. Con le loro ali rigide e il naso aerodinamico sono stati costruiti per perdere meno energia possibile a causa dell’attrito e per poter planare il più a lungo possibile, proprio come i normali aerei. Tutt’altro discorso per i droni più piccoli: in genere sono multicotteri, cioè hanno più eliche rotanti o rotori, che conferiscono loro più stabilità.

Il modello più diffuso è il quadricottero con quattro rotori, due dei quali girano in senso orario e due in senso antiorario. Questo sistema permette al drone di mantenere la stabilità durante il volo. Se tutti i rotori girassero nella stessa direzione, il drone ruoterebbe sul suo stesso asse.

I rotori controrotanti permettono al multicottero di decollare e atterrare in verticale e di librarsi in aria sul posto. Grazie alla sua struttura simmetrica, il multicottero può modificare agevolmente la direzione di volo. Se i due rotori anteriori ad esempio girano più lentamente di quelli posteriori, il multicottero si ribalta sul davanti. Il multicottero viene comandato solo tramite il numero di giri dei singoli rotori (oltre a una serie di congegni smart elettronici, vedi AHA!).

Nel multicottero velocità e maneggevolezza si traducono in notevoli consumi energetici. Ecco perché necessitano di accumulatori super efficienti. Inoltre, a parità di peso e di energia, la distanza coperta in volo da un multicottero è minore rispetto ai modelli piatti con ali rigide. Nel frattempo sono nati anche modelli ibridi che combinano i vantaggi delle due varianti: decollo in verticale, inclinazione dei rotori e stabilità di volo come gli aeromobili. Essendo alimentati da motori elettrici, i droni sono a emissioni zero.

Alcuni fatti

Il primo quadricottero decollò nel 1907. Ma non riuscì a compiere nessun volo in altezza e non andò neppure molto lontano: il veicolo dei fratelli francesi Breguet riuscì a librarsi in aria solo per un paio di metri. E dopo tre minuti dovette atterrare.

Tra i precursori dei droni meritano una citazione i palloni aerostatici senza equipaggio con cui nel 1848 le truppe austriache intendevano bombardare Venezia. Ma il vento giocò a sfavore spingendo i palloni oltre la città lagunare verso il mare. O forse li rispedì al mittente.

Il primo velivolo radiocomandato senza pilota si chiamava "Aerial Target". Decollò in Gran Bretagna nel 1917 durante la Prima Guerra Mondiale.

I droni ad uso militare sono ormai diventati una minoranza. In Germania si contano circa 400.000 droni in circolazione, di cui 385.000 ad uso privato.

Ultima modifica: 29.04.2022
Creato: 29.04.2022
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