Tecnica e materiali

Quanto è sicura la blockchain?

Immagine: CanStockPhoto

La blockchain è nota come registro digitale incorruttibile. Ne esistono innumerevoli copie identiche, interconnesse tra loro. Se si modifica una voce in uno dei registri, la modifica viene automaticamente riportata in tutti gli altri. Ecco perché la tecnologia blockchain è anche definita tecnologia basata su un registro distribuito o Distributed-Ledger-Technologie (DLT).

Nella catena non sono necessari organi di controllo. Con la blockchain i passaggi attraverso intermediari come banche o assicurazioni diventano superflui. Grazie al suo carattere non modificabile, la blockchain crea fiducia e trasparenza. Alcuni la considerano una promessa, altri una minaccia per procedure e meccanismi di controllo consolidati. Non è ancora chiaro quale delle due parti abbia ragione. Ciò spiega il dibattito attorno alla tecnologia blockchain.

Un piccolo cambiamento nell'input crea un output completamente nuovo.

La blockchain è considerata inattaccabile perché viene distribuita fra innumerevoli computer. Inoltre la sicurezza è ulteriormente garantita grazie a diverse procedure crittografiche. Il termine crittografia deriva dal greco (kryptos: nascosto; graphein: scrivere) e significa «scrittura segreta» o cifratura. Nella blockchain l’hash ricopre un ruolo di rilievo. È composto da un algoritmo che comprime un file digitale di qualunque lunghezza e tipo, ad esempio un testo, un video o un file audio, convertendolo in una sequenza di caratteri di lunghezza fissa – l’hash (cifra di controllo). Nell’algoritmo SHA-256, il più usato nell’universo blockchain, l’hash è formato sempre da 256 caratteri. Ogni minuscolo cambiamento nell’inserimento genera un risultato completamente diverso. Cosa succede anche aggiungendo una sola virgola, è illustrato nell'immagine.

Infine, tutti i partecipanti alla blockchain necessitano di un software di accesso, composto da due chiavi, una pubblica e una privata. Con la chiave pubblica è possibile visualizzare tutti i dati memorizzati nella blockchain. Ma solo con la chiave privata si possono firmare le transazioni. La chiave privata è una sequenza segreta di cifre. Chi la possiede ha accesso a tutti i valori firmati con la chiave in questione e può trasferirli ad esempio ad altri soggetti. La coppia di chiavi viene conservata in un wallet, un «portamonete digitale»: online, con l’aiuto di un programma di software, oppure offline, su disco rigido o stampato su un pezzo di carta come «paper wallet». I wallet possono rivelarsi punti deboli pericolosi: possono venire hackerati, mentre password e disco rigido possono andare persi. È questo il rovescio della medaglia dei bitcoin: chi non riesce più ad accedere alla sua chiave privata, non può più accedere neanche ai suoi valori memorizzati nella blockchain. Si calcola che da tre a cinque milioni di bitcoin siano bloccati nel cyberspazio.

Creato: 15.12.2021
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