Tecnica e materiali

Cosa sono le tecnologie a emissioni negative (NET)?

Immagine: Adobe Stock

NET sono progettate per compensare le emissioni difficilmente evitabili, filtrando la CO2 dall'aria e immagazzinandola in modo permanente in appositi serbatoi.

È inevitabile: per raggiungere il suo obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 la Svizzera intende ridurre il più possibile la quantità di CO2 emessa. Allo stesso tempo, però, è chiaro che da sola questa riduzione non basta. La revisione della legge in materia di protezione del clima fa pertanto leva su soluzioni tecniche integrative che mirano a compensare le emissioni difficilmente evitabili (ad esempio quelle provenienti dall’agricoltura, dall’incenerimento dei rifiuti o dalla produzione di cemento) filtrando la CO2 dall’aria e stoccandola in modo permanente in appositi contenitori. Poiché questi processi recuperano dall’atmosfera emissioni già prodotte, prendono il nome di tecnologie a emissioni negative (NET).

Esistono diverse NET che possono essere prese in considerazione per la Svizzera. Quelle più economiche sono le varianti naturali, le quali sfruttano (come la casa delle alghe) la capacità delle piante di assorbire CO2 e di convertirla in biomassa attraverso la fotosintesi. Una foresta con molti alberi sani o il carbone vegetale arato nel terreno, ad esempio, possono immagazzinare CO2 in modo efficace. Ma poiché nella piccola Svizzera lo spazio per il rimboschimento è limitato e il suolo non può assorbire una quantità infinita di resti vegetali carbonizzati, sono necessari altri metodi. Uno di questi in particolare è il punto di forza di una società svizzera. Nel 2021 Climeworks, spin-off del Politecnico federale di Zurigo (ETH Zurigo), ha inaugurato in Islanda il primo impianto industriale al mondo che estrae CO2 direttamente dall’aria ambiente. L’anidride carbonica viene poi mescolata con acqua e pompata in profondità nel sottosuolo per lo stoccaggio finale. Lì si trasforma in roccia e si fissa in modo permanente.

Creato: 16.07.2024
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